SI DISSOLVE L'ARMONIA SIDERALE DELLA GOLA DELLE MUSE

12 Agosto 2024



Dalla rinuncia alle arti prometeiche fiorisce la straordinarietà della selezione musicale di questa nona edizione

I concerti della Gola delle Muse nascono dal desiderio di sentire e vivere l’esperienza musicale senza barriere, in modo ab-solutus, ossia sciolto da qualunque forma di legame con altra strumentazione che non sia lo strumento in sé, l’oggetto antico, la voce che risuona misurando sé stessa e riscoprendosi nella propria nudità. La volontà è quella di delineare i pendii, le valli, i rivoli di un paesaggio musicale speculare a quello in cui si trovano gli spettatori, libero e autentico nella sua edificazione momentanea.
In queste eccezionali occasioni, che l’organizzazione di Teatro dei Calanchi propone con entusiasmo, la rinuncia all’amplificazione del suono permette di compiere un tributo armonico alla terra, che se ne nutre; gli strumenti privilegiati per questo tipo di performance favoriscono il contatto tra la risonanza dei materiali naturali di cui sono composti ed il tocco antico della mano dell’uomo. L’ascolto degli ensamble e degli arrangiamenti proposti permetteranno all’ascoltatore di immergersi nella purezza del genere musicale, una forma più vicina a quella originaria, spogliandola di vezzi e stratificazioni di modo occidentalizzanti.
Come nella rappresentazione scenica, anche nell’operazione musicale, la volontà è quella di tralasciare tutti gli accidenti che la tecnologia fornisce, per esaltare il candore del contatto triangolare tra lo strumento o la voce, il paesaggio della Gola naturale e l’attenzione gravida di intimi silenzi dello spettatore.
E proprio grazie al proprio silenzio interiore che ci si lascia trafiggere dalla luce ambrata dei tramonti di agosto e ci si affida leggeri alla notte mediterranea, sfolgorante di stelle e di sospiri naturali. Conservare il ritmo del respiro del Gigante d’Argilla, in perfetta armonia con il talento degli artisti proposti, è il disegno a cui ognuno partecipa per rispettare l’anima degli antichi luoghi ospitanti.
Ma dalla rinuncia alle arti prometeiche fiorisce la straordinarietà della selezione musicale di questa nona edizione, a cura del maestro Tony Miolla, che durante la prima serata ha accompagnato con la chitarra manouche Giulia Meci; a completare il trio, Pippi Dimonte al contrabbasso, nella splendida cornice di biancane lucane, hanno rivisitato i grandi classici dello swing americano ed europeo degli anni ’30 e ’40, con incursioni nella bossa e nella chanson francese.
Ma sono andati in scena, durante il finesettimana declinato musicalmente, il trio Anòmalotango, composto da Rocco Capri Chiumarulo, voce; Vince Abbracciante alla fisarmonica e Dado Penta al contrabbasso. Questo è un ensamble che da oltre quindici anni si occupa di interpretare e rileggere classici del repertorio del tango con inflessioni jazz, quindi riuscendo a pacificare la tradizione sudamericana con le forme nordamericane.
A chiudere la rassegna della Gola delle Muse sono stati l’Harmonic Alloy duo, composto da Attilio Troiano al sax tenore e Vitantonio Gasparro al vibrafono. Gli strumenti che sono stati accolti nella custodia d’argilla sono ormai molti, ma questa sarà sicuramente la prima volta di un vibrafono all’interno della naturale sala da musica. A suonare saranno due grandi talenti di due generazioni differenti, che permettono all’Harmonic Alloy duo di portare con sé, con una punta di retromania l’anima più riconoscibile del jazz.
Gli spettatori hanno potuto vivere un’esperienza di un’intimità disarmante, lasciandosi trasportare tra molteplici sfumature di suono che si perdono nel buio antelucano per creare un’atmosfera ambientale che sfoci nella dimenticanza delle strutture da cui sono fuggiti.

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