"Scorgo Hedoné, che regge e governa la vita. È lei la musa ispiratrice… tutte le azioni dell’uomo tendono a lei."
Compagna fedele e instancabile, seguo la Terra nei suoi eterni giri. “Che fai tu, Luna, in ciel?” mi chiese un tempo il poeta. Osservo dall’alto gli uomini che vivono il momento più autentico della loro esistenza: la notte. Molti di loro durante la notte dormono e sognano e nei sogni esprimono i loro più reconditi pensieri, che nelle ore di luce rimangono sommersi dal quotidiano. Ma chi è sveglio, avvolto dal buio, compie atti furtivi, vive passioni proibite. La notte appartiene ai ladri, agli amanti, ai sognatori.
Alla luce del sole la vita non è altro che uno spettacolo in cui ciascuno con la propria maschera recita fino a quando il capocomico con un cenno lo invita ad abbandonare la scena. Con la complicità della notte, invece, l’uomo non si vergogna di nulla ed osa tutto, vive in armonia con la propria natura ed è felice.
La mia attenzione in questa calda notte di luglio è catturata da ciò che accade su un lembo di terra argillosa che affiora solitaria dalle acque di un antico mare e sembra fremere scossa dai più sfrenati desideri. Vedo vesti bianche che ondeggiano al vento, movimenti lascivi, moti convulsi, braccia levate al cielo. Sono uomini… seguono una schiera di donne belle e tremende che con il loro canto ammaliano e seducono gli animi. Scorgo Hedoné, che regge e governa la vita. È lei la musa ispiratrice… tutte le azioni dell’uomo tendono a lei. Guida e dirige ogni cosa. La seguono in preda a uno sfrenato entusiasmo e sembrano leggeri sull’argilla divenuta inconsistente come l’aria. Ma ecco comparire un’altra donna che avanza fiera ed altera come chi è avvezzo al dominio e cerca di scacciare Hedoné e il suo corteo. È la ragione che si dibatte per prevalere. Accerchiata ed incalzata, cerca di liberarsi dalla morsa in cui le donne l’hanno stretta. Ma queste l’afferrano, la innalzano e, infine, la capovolgono. La ragione è sovvertita… è un mondo alla rovescia. Un uomo le si accosta e le taglia la testa. Giace in terra fra i canti esultanti delle passioni, unite in un amplesso estatico.