DIARIO DI BORDO #2: “IL RICERCATORE”

17 Luglio 2024



"Ma perché mi sono imbarcato in questo viaggio disperato? Per uscire di senno e per intonare il canto della mia redenzione?"

C’è grande confusione al mercato di Matera. Giungo in fuga dall’Etruria. Gli Etruscologi vogliono tagliarmi la testa, come Achille con i prigionieri troiani per vendicare il suo Patroclo… ma perché? Forse perché sono colpevole della scandalosa consapevolezza che Roma è stata fondata dal mare, da un profugo abbronzato giunto su un barcone? …e io cerco Enea…chiedo di Enea. “Avete visto Enea?” Grida e risate… mi allontano e proseguo la mia ricerca. Intravedo un lucano che precede Omero, che regalmente avanza seguito da Orazio e quindi da Ovidio. Ma perché mi sono imbarcato in questo viaggio disperato? Per uscire di senno e per intonare il canto della mia redenzione? Non saprei… avverto solo prepotente l’urgenza della ricerca, la necessità di esplorare e di scoprire. Ho sopportato molte traversie per approdare qui. Da calanchi frananti giungo qui, fra i calanchi resistenti di Pisticci, alla ricerca di Enea.
Un lucano stanco, appollaiato su un calanco, mi ha indicato la strada, mi ha toccato il petto e mi ha detto: “Il tuo dolore trasformalo in amore”. Qual è il mio compito non so… E vago a piedi scalzi su questa argilla riarsa dal sole, in questo silenzio primordiale, cercando Enea. Se solo anche noi uomini accettassimo di tramontare…ma quella è una bandiera… una nave! Corro dal capitano! Gli spiegherò che per arrivare alla mia meta basta seguire le teorie di Copernico, come Colombo. Forse con il suo aiuto scoprirò un nuovo mondo oppure un mondo nuovo.
Cos’è questo canto? Una donna dalla pelle splendente e dal corpo rigoglioso mi vene incontro. Ma chi è? Mi sembra Trufé, ninfa della licenziosità. Ne sono fatalmente attratto. Non è sola… avverto l’avvolgente profumo di Hedonè e la travolgente euforia di Mete, figlia di Bacco e dea dell’ebbrezza. Mi sento accerchiato, sopraffatto. Cerco di resistere, di fuggire… ma altre splendide donne mi impediscono il passo. Sì, questa che batte le mani è Colacia, accompagnata da Filautia. Mi dibatto, disperato, per svincolarmi da braccia che mi stringono, mani che mi sospingono e gambe che mi avviluppano. Ecco Lete, pone la sua mano sul mio capo e Apedia mi impedisce la fuga. Il canto si fa sempre più forte, il ritmo sempre più frenetico. Sono preda di una donna potente e tremendamente affascinante che dall’alto osserva e dirige. Sono atterrato... mi abbandono… fuori di me... iniziato…

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