DANIELA PES ‘SPIRA’ NEL TEATRO DEI CALANCHI

10 Giugno 2024



Domenica 9 giugno ha avuto luogo un interessante esperimento di accoglienza da parte delle argille del Teatro dei Calanchi del canto e della musica di Daniela Pes.


Domenica 9 giugno ha avuto luogo un interessante esperimento di accoglienza da parte delle argille del Teatro dei Calanchi del canto e della musica di Daniela Pes, un concerto inserito all’interno della rassegna delle arti e dell’ambiente “Rizomatica. Nuove forme di coesistenza”, organizzata dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e curata da Marea Art Project.
Il salone d’argilla ha accolto la voce di Daniela Pes come acqua antica che riemerge dalle crepe della terra, rinnovando la sua forza e consegnando nuovi ritmi ai richiami ancestrali. La sua voce evoca un dialogo che ha avuto inizio nei deserti luoghi della Sardegna e che tenta di innestarsi tra i calanchi lucani, forzandone a tratti la quiete.
La lingua elaborata dall’artista gallurese è un sincretismo tra alcune parole della tradizione sarda, altre in italiano ed altri lemmi del tutto inesistenti, ma che nella loro sillabazione ritmica sono fondamentali per evocare un’esperienza rituale, un sacrificio della razionalità in favore di un dionisiaco primordiale ed estremamente contemporaneo. La partecipazione sensoriale è senza riserve, l’abbandono senza orizzonti, se non la notte nera del deserto lucano, spezzata da una luminosità a tratti violenta ed estranea.
Il canto di Daniela Pes, nella sua formazione in trio, non finisce, si disfa, si dissolve, per continuare ad emergere dalle pendici più profonde del ricordo; è un’opera ‘performata’, un atto creativo intenso ed a tratti freddo, un rituale contaminante officiato da una sacerdotessa pudica ed abbandonata al flusso, controllata e lontana dal tempo e dallo spazio. Il suo ruolo è trascinare in un mondo altro che ha luogo solo in quel momento, senza interpellare, lasciando lo spettatore silenzioso e lontano da sé, disorientato dal contrasto tra l’esibizione a cui ha assistito e la natura incontaminata che lo circonda.
L’esposizione originaria alla musica di ‘Spira’, album d’esordio dell’artista pubblicato nel 2023, nell’uditorio dei calanchi è un appello che vuole essere ascoltato senza necessità di una risposta, chiede di avere luogo nella ripetizione ossessiva dei ritmi e dei vocalizzi significanti. Il gigante d’argilla ne rimane imperturbato, silente ed accogliete verso chi desidera prestare la propria arte al silenzio dei luoghi, senza denaturarsi ma sapendo ribadire la propria essenza immota.
Un riscaldamento insolito per le sedute di paglia, in attesa di accogliervi per l’apertura della IX stagione teatrale.



(Ufficio Stampa Francesca De Filippis, fotografia di Delia Aliani)

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